Carlo Giusto

Non è la natura dell’ottocento, ma di oggi, la quale è continuamente mutevole, e chi dipinge deve tenere conto ogni giorno di questo, anche i quadri mutano.
Bisogna tenere presente che ogni punto di arrivo è un nuovo punto di partenza.
Ciò che dipingo non ha carattere narrativo la forma e la tecnica sono semplici strumenti per esprimermi. Nelle mie opere l’impostazione geometrica si attenua e si apre a una composizione che, sebbene molto calibrata e controllata, non appare fondata sulla geometria.
Le composizioni devono essere fluide e molto libere. Un sogno/ sipario che si oppone alla durezza dei tempi.
L’arte ha il compito dell’uomo che la produce con la mia pittura intendo dare concretezza di struttura, ossia realtà, al mio rapporto con la natura.
La mia pittura è il risultato di una attitudine specifica ad esprimere con dei colori e delle forme o dei segni, una nozione del mondo apparentando l’invisibile al visibile.”